#unomaggioduemilaquindici, il capodanno dei lavoratori e non...auguri!.

Mi ritrovo nuovamente commossa quando accendo la TV sul canale del concertone in piazza San Giovanni e sento parlare di lavoro. Anzi no, non lo sento, lo capto, lo annuso. Non si parla, ma si celebra. Si celebra il lavoro, il diritto, le vittime.
Mi commuovo, di nuovo, come ogni anno.

Ti auguro di poter celebrare questa giornata, tra qualche anno, in serenità. Ti auguro tranquillità d'animo, la auguro a tutta la generazione futura.
Che tu possa ballare e cantare serenamente, non per buttar fuori rabbia. Ti auguro giustizia. 'Chè il tuo "unomaggiofuturo" sia splendente.


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